Una Sardegna dove ogni goccia d’acqua non vada persa; una Sardegna che raccolga e mieta e non che alimenti fauna selvatica; una Sardegna libera dalla burocrazia e dove l’agricoltura possa trovare terreni dove vivere e produrre. E, ancora, una Sardegna che creda nel Made in Italy e nella trasparenza delle etichette o dove non si disperda l’acqua grazie a infrastrutture efficienti e nuove. Ma anche una Sardegna protagonista nella grande battaglia sui tavoli dell’Unione Europea, per Pac da migliorare perché ancora oggi non mette al centro l’agricoltore. Erano migliaia gli agricoltori di Coldiretti Sardegna che oggi si sono ritrovati a Cagliari per la grande manifestazione che ha chiuso la mobilitazione “Un mese in campo“.
MOBILITAZIONE. Trenta giorni di mobilitazione per l’associazione che con migliaia di trattori e agricoltori ha voluto rivendicare gli interventi necessari per un comparto agricolo e dell’allevamento in sofferenza per i tanti problemi vissuti con, in testa, la fauna selvatica e la siccità. Due temi che stanno gravando su settori in difficoltà ma che non si vogliono arrendere. Ed ecco che a sfilare per le vie del capoluogo sono stati in migliaia per alzare la loro voce in una manifestazione che "non è stata solo di protesta ma anche di proposta”, per usare le parole del presidente e del direttore Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba.
COLDIRETTI. “Ormai lo stato di calamità è diventato vera emergenza con le aziende che non riescono a dare da bere agli animali se non con autobotti, con evidenti disagi e costi tripli per mancanza di acqua - rilancia il presidente Cualbu - non si possono dimenticare le coltivazioni che soffrono l’invasione della fauna selvatica. Servono interventi immediati e considerato che ormai la Regione si è insediata da diversi mesi, ora, bisogna dare risposte - ha sottolineato il presidente Cualbu - serve rispetto per i tanti agricoltori che investono sudore e denari per produrre cibo”. Anche per il direttore Saba “la Sardegna vuole un cambio di passo immediato dalla politica che deve rimettere al centro della programmazione politica l’agricoltura - sottolinea - gli agricoltori chiedono l'abbattimento della burocrazia, interventi urgenti per rinnovare e riprogrammare il settore agricolo. Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale dalle varie giunte, queste necessità sono state sempre disattese”.
SICCITÀ. Dal Nord Sardegna all’Oristanese, dal Nuorese al Sud Sardegna e Cagliari, gli agricoltori con in testa i presidenti Leonardo Salis, Giorgio Demurtas, Paolo Corrias e Antonello Fois e i direttori Coldiretti, Emanuele Spanò, Alessandro Serra, Ermanno Mazzetti, hanno portato la testimonianza di territori stremati dalla sete “dove da nord sud, da est a ovest ovest, si continua a vivere il disagio di campagne lasciate a secco e dove gli allevatori sono costretti a portare l’acqua con le autobotti per abbeverare gli animali che fra poco non avranno più niente da bere”, lamentano. Come le campagne che vedono bruciare i frutti della terra con ingenti perdite economiche.
FAUNA. Ma i territori hanno portato anche i messaggi delle Donne e dei Giovani Coldiretti, accorsi insieme a tanti sindaci dei territori che hanno voluto unirsi con l'Anci a questa grande mobilitazione perché “in tutta l’isola si vive indistintamente l’attacco alle colture e alle foraggere da parte della fauna selvatica incontrollata che sta devastando i campi”, dicono. Un grido d’allarme che si è alzato nell’ultimo mese e che oggi è stato amplificato anche dal palco organizzato di fronte al palazzo della Regione a Cagliari dove il mondo agricolo ha chiesto alla politica il cambio di passo per un comparto fondamentale nel sistema economico e sociale isolano.