Il dato è allarmante: i produttori sardi di latte ovino, nell’arco di due anni, hanno perso ricavi per complessivi 120 milioni di euro, tutto questo senza contare il fatto che producevano latte pagato al disotto dei costi di produzione.
Con un costo di produzione che ormai si aggira intorno ad 1 euro- 1,15, i produttori avevano visto remunerare il proprio prodotto circa 0,82 euro nel 2009, mentre i saldi per il 2010 e le proiezioni per il 2011 vedono attestare un prezzo intorno ai 0,60 – 0,65 euro per litro.
Una situazione di questo tipo considerando tutto il latte prodotto in Sardegna fa attestare una perdita di ricavi rispetto al 2009 di circa 60 milioni di euro all’anno per un totale di 120 milioni di perdita complessiva.
Questa l’analisi dell’Osservatorio Economico della Coldiretti Sardegna, il dato allarmante pone certamente il Governo Regionale di fronte a scelte che devono essere orientate al sostegno del settore, ma occorre che il mercato della trasformazione si impegni con serietà per risollevare il settore.
Se, infatti, il prezzo del latte in Sardegna si attesta intorno ai 0,60 centesimi, i risultati di altre nazioni sono molto più soddisfacenti e remunerativi, la Francia ha pagato ai produttori nel 2010 1,10 euro per litro e la Spagna 1,05 euro per litro.
“Da anni viene sostenuto che il prezzo del latte viene deciso dal mercato, allora vogliamo essere inseriti nel mercato internazionale non in quello locale regionale”, affermano Marco Scalas e Luca Saba Presidente e direttore di Coldiretti Sardegna. “La situazione attuale è assolutamente insostenibile, occorre necessariamente che si intervenga riconquistando immediatamente le quote di mercato sui formaggi ovini che, in un momento in cui tutti i formaggi prodotti con latte vaccino crescono con remunerazioni assolutamente soddisfacenti per i produttori, inspiegabilmente restano in calo per chi produce latte di pecora”.
“Occorre che la Regione ponga in essere interventi immediati a sostegno del settore così come già da tempo richiesto”, rilancia Scalas. “Tutto quanto quello che è stato previsto nella legge 15/2010, infatti, non è ancora arrivato nelle tasche dei produttori e rischia di essere, per come è stato previsto dalle norme un intervento assistenziale inutile ed irrilevante: 1.500 euro previsto dal de minimis in media, per gli allevamenti rappresentano appena il costo di 10 giorni di mangime”.
“Occorre che in un momento come questo” afferma Saba “la Regione Sarda riconvochi per fine mese la cabina di regia sul latte ovino, affinchè ci si possa sedere ad un tavolo comune per capire quali sorti la filiera del settore ovino sardo deve avere per il futuro”.
Tra gli interventi più urgenti già richiesti da Coldiretti Sardegna da maggio si ricordano:
· Immediata attivazione della Misura di Benessere Animale
Si rende pertanto necessario compensare i maggiori oneri sostenuti dagli allevatori con una misura Agroambientale quale il “Benessere animale”, misura che consentirebbe il miglioramento generale delle condizioni di benessere degli animali, garantendo l’ottenimento di prodotti di qualità e quindi sicurezza alimentare e sanità animale.
· Revisione della L.R. 15/2010
Ad oggi della Legge Regionale 15 del 2010 che contiene 26 art. sono stati attivati solo i bandi dell’ART. 1 “Sostegno del comparto ovicaprino” e dell’Art. 5 ”Miglioramento dell’Offerta produttiva”, rispetto ai quali non si è comunque ancora concluso l’iter istruttorio.
Ci sono impegni assolutamente disattesi e la cui tempistica non è stata assolutamente rispettata. Giusto per citare un caso all’art. 9 “Ripristino delle Condizioni di Mercato” “il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano adotta, entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge, il piano produttivo da sottoporre all’approvazione del MIPAAF”.
Dov’è il piano? È stato presentato al Ministero?.
Chiediamo l’istituzione di una commissione di verifica dello stato di attuazione della L.R. 15/2010 ed una sua revisione ed attivazione tale da dare reali risposte al mondo produttivo.
· Prezzo del Latte
Chiediamo la riattivazione di un tavolo di contrattazione per il prezzo del latte ovicaprino, che veda i produttori e gli industriali seduti ad un tavolo attraverso l’istituzione di una cabina di regia di cui la Regione Sardegna si faccia garante.
· Rilanciamo la richiesta di una strategia per il comparto ovicaprino
Come già richiesto nei mesi scorsi è necessario avviare un percorso che porti ad una reale aggregazione delle imprese di trasformazione cooperative, con la costituzione di un unico soggetto commerciale, un consorzio di II livello, che concentri la produzione di Pecorino Romano con lo scopo di individuare sbocchi di mercato remunerativi.
Un soggetto costituito dalla Sfirs e dalle Cooperative, che lavori per creare un futuro che vada oltre l’intervento di ritiro degli stock, e che renda il Pecorino Romano non più un problema ma, al contrario, un prodotto remunerativo che faccia da volano al rilancio della filiera ovicaprina!
È necessario che tale soggetto abbia figure manageriali in grado di recuperare valore aggiunto per il settore primario, analogamente a quanto attuato per alcune importanti produzioni casearie nazionali.
“Un manager del Grana Padano per il Pecorino Romano”.
Questa azione deve essere supportata da una attenta politica di valorizzazione di tutte le produzioni lattiero casearie isolane, che passi per un potenziamento del ruolo di tutela, programmazione, promozione e valorizzazione svolto dai Consorzi di Tutela.
19 Agosto 2011
Sos latte ovino: i produttori sardi