E’ quanto evidenziano Coldiretti e Cia relativamente alle dichiarazioni del Presidente Cappellacci apparse su L’Unione Sarda di ieri che inviterebbero a discuterne e a prendere nella dovuta considerazione un ulteriore contributo positivo delle stesse, considerato anche che insieme rappresentano la stragrande maggioranza degli agricoltori e degli allevatori della Sardegna.
Infatti, nella proposta formulata dal presidente della Giunta della Regione Sardegna restano da chiarire, tra tutte, almeno tre cose fondamentali:
a) Innanzitutto la contraddizione tra l’impegno sottoscritto ad erogare ad ogni azienda agropastorale della Sardegna 2500(oggi sembrerebbero già 3.000) euro all’anno e i soldi realmente stanziati nel disegno di legge che sono solo 10 milioni, ovvero un quarto di quanto servirebbe;
b) La sparizione dei finanziamenti previsti dalla Regione per il ritiro del pecorino romano che di fatto farebbe rimanere i magazzini pieni annullando qualsiasi effetto positivo sul prezzo del latte riconosciuto ai pastori, che rimane il primo obiettivo della vertenza;
c) Infine, a conferma di quanto detto sopra, si registra il completo affossamento della trattativa sull’ accordo sul prezzo del latte . Dai tavoli interprofessionali non è arrivato alcun segnale di disponibilità per un aumento di prezzo. Anzi !. Chiedersi a quale titolo si elargiscono risorse ad un sistema di filiera che rappresenta la principale causa della crisi senza preoccuparsi di fargli assumere qualche impegno per il futuro ci sembra non solo legittimo ma doveroso.
Se non c’è chiarezza e soluzione su queste questioni - sostengono Coldiretti e Cia - le difficoltà che oggi vivono i pastori e gli agricoltori rimarranno in piedi tal quali anche dopo l’approvazione della legge e tutto sarà stato inutile. Se la Politica ha interesse a risolvere veramente il problema deve uscire dal pantano degli equivoci, non cerchi una quadra per “passare la nottata”, torni invece a discutere nel merito.
8 Novembre 2010
REGIONE SARDEGNA:UNA VOLTA PER TUTTE CHIARISCA EQUIVOCI