I vincoli di Spesa
A determinare questa debacle sono le regole europee – spiega Luca Saba – e in particolare quella del “N+2”. Questa regola impone giustamente che gli impegni di spesa presi dalla Regione nei confronti delle imprese debbano essere soddisfatti entro due anni.
Una regola giusta – prosegue Marco Scalas – che purtroppo non trova soddisfazione nella nostra Regione, in continuo ritardo nella spendita dei fondi comunitari. Oggi infatti la Sardegna ha un primato, di certo non invidiabile: tra le Regioni dell’obiettivo competitività è quella che rischia di più (la seconda, distanziata di molte lunghezze, è la regione Lazio con 18.000.000 di euro a rischio). La gravità del dato sta poi nel fatto che ai 50.000.000 comunitari va sommato il cofinanziamento nazionale: stiamo parlando di oltre 110.000.000 di euro non ancora erogati alle imprese.
Gli effetti
Gli effetti dei ritardi di pagamento sono drammatici – sostiene Marco Scalas – e riguardano in primis un fatto: dietro quei 110.000.000 di euro ci sono tante aziende che aspettano da anni danari vitali per la loro sopravvivenza; ci sono i produttori del biologico, ci sono quelli che operano in zone montane e svantaggiate, ci sono insomma tutte quelle aziende agricole per le quali i fondi europei sono l’ultima ancora di salvezza. Se i soldi comunitari non arrivano, insomma, tante aziende rischiano la chiusura, con le intuibili conseguenze in termini sociali, di spopolamento e di mancato presidio del territorio.
Ma gli effetti della perdita dei fondi non finiscono qua – prosegue Luca Saba – con questi ritardi rischiamo di condizionare negativamente il prossimo periodo di programmazione, quello che andrà dal 2014 al 2020. Nel 2012, infatti, si chiuderà la fase di approvazione dei regolamenti, alla quale seguirà la trattativa tra le regioni italiane per la ripartizione dei fondi disponibili. Purtroppo, in assenza di interventi correttivi, l’incapacità di spesa della Sardegna porterà ad una riduzione delle risorse assegnate all’Italia, con conseguenze facilmente intuibili su tali trattative: come potremo chiedere un trattamento di riguardo alle altre regioni se non siamo stati in gradi di spendere i fondi assegnati? E, riguardo al Premio Unico, come potremo ottenere meccanismi di regionalizzazione a noi favorevoli se il nostro comportamento poco virtuoso ha determinato una riduzione delle risorse disponibili?
Le richieste
La situazione è davvero grave – concludono Scalas e Saba – per questi motivi chiediamo all’Assessore Cherchi di istituire immediatamente un tavolo di crisi che, in stretta connessione con AGEA, analizzi i nodi critici che ancora rallentano l’erogazione dei premi comunitari e individui le azioni necessarie per risolverli. Riteniamo indispensabile puntare il più possibile su meccanismi di pagamento automatico, in modo da poter concentrare gli sforzi istruttori sulle pratiche residue bloccate. Le nostre aziende non possono più attendere l’arrivo dei fondi comunitari, e la Regione Sardegna non può permettersi di perderli.
Con cortese preghiera di pubblicazione e diffusione
La scheda
I numeri del PSR*
Data di approvazione: 28/11/2007
Dotazione finanziaria complessiva: euro 1.292.253.805,00
Spesa realizzata dal 1/1/2007 al 30/09/2012: euro 538.495.945.29
Percentuale di avanzamento spesa: 41.67%
Spesa Comunitaria a rischio disimpegno: euro 51.734.840,66
Spesa Totale da effettuare entro il 31/12/2012 (quota nazionale + quota comunitaria): euro 116.289.199.84
*rielaborazione Coldiretti su dati Rete Rurale Nazionale aggiornati a settembre 2012
17 Ottobre 2012
Piano di Sviluppo Rurale: a rischio disimpegno oltre 50.000.000 di euro