5 Ottobre 2010
ORA BASTA !!!IL MONDO AGRO-PASTORALE E L’AGRICOLTURA SARDA SONO STATI PRESI IN GIRO.

Il disegno di legge approvato dalla Giunta Regionale, inizialmente condiviso, oggi, visto l’ingigantirsi del fenomeno, è ben lontano da essere risolutivo del problema; inoltre, l’allargamento della crisi, impone un impegno e un’azione ancora più decisiva verso tutti i settori dell’agricoltura del territorio a partire dai cereali sino alle cartelle pazze passando per la viticoltura (su cui aspettiamo ancora da parte della Regione una risposta a sostegno delle aziende colpite dai gravi attacchi di peronospora), la zootecnia e l’ortofrutta, problemi che sino a oggi non hanno avuto
 
NESSUNA RISPOSTA.
 
A sconcertarci ulteriormente, ultimo in termini di tempo, è lo scaricabarile apertosi tra le istituzioni, tanto che dopo quasi un mese di lavoro della task-force Regione-Governo, le risposte arrivate sono infatti minima cosa rispetto alle richieste avanzate e alla necessità del settore. La cosa più sconcertante si è consumata lo scorso 29 settembre a Roma, dove abbiamo assistito a uno spettacolo vergognoso in cui Regione Sardegna e Ministero per tutta la mattinata si sono “accapigliate” e rimpallate responsabilità, in un “disgustevole” e mortificante conflitto istituzionale.  
Tutto questo mette una seria ipoteca sul futuro del settore, e denota chiaramente una completa assenza di senso di responsabilità delle istituzioni, in barba alle difficoltà che i pastori sardi stanno vivendo e in disprezzo dei sacrifici che tanta gente quel giorno ha dovuto sostenere nel viaggio della speranza dalla Sardegna fin sotto il Ministero.
La cosa assume un contorno ancora più grave se si considera l’assenza al tavolo, per la seconda volta consecutiva, sia del ministro Galan sia del presidente della Giunta Regionale Cappellacci, evidentemente impegnati su più importanti fatti che seguire le sorti di decine di migliaia di imprese che rischiano di morire.
 
Un passaggio importante è stato quando l’Assessore all’Agricoltura della Sardegna Prato, alla domanda sull’esistenza di finanziamenti per il de minimis e il benessere animale, ha risposto che non vi sono disponibilità finanziarie, contraddicendo le affermazioni e le tesi portate avanti fino a quel giorno, anzi sostenendo il valore meramente “politico” dello stesso ordine del giorno del Consiglio Regionale sardo del 13 settembre; come dire: fumo negli occhi necessario per rasserenare gli animi dei pastori che in quei giorni erano sulle piazze e, dunque, per convincerli a tornare a casa  contenti sì, ma pure presi in giro!
Altro passaggio degno di nota è stato quello relativo a chi avrebbe dovuto sborsare i 12 mln€ aggiuntivi da destinare al ritiro di pecorino per i PVS; il ministero ha accusato la Regione, con documenti alla mano, a suo dire, di essersi rimangiato l’impegno dopo che aveva formalmente garantito la disponibilità finanziaria.
Si potrebbe andare avanti ancora per molto in questa telenovela, e non è detto che non lo faremo in seguito.
Da quel tavolo, comunque, alcune cose importanti le abbiamo capite:
 
1) Alcune risorse e provvedimenti normativi dopo tre ore di serrato dibattito siamo almeno riusciti a strapparli, ma sono fortemente insufficienti ed inadeguati (il ministero ha promesso: 14.000.000 di euro per il ritiro degli stock di pecorino romano, impegno alla modifica dell’art.68 del reg. CE 73/2009, azioni di promozione dei prodotti; la Regione Sardegna ha promesso:5.000.000 di euro per le coopertive in difficoltà, 10.000.000 di euro per gli industriali, 4 centesimi di euro per litro di latte fino a un massimo di 1000 euro per gli allevatori che aggregano il prodotto ed aderiscono a piani di qualità).
2) Il tavolo Regioni-Governo, comunque, in un mese di lavoro non ha concluso di fatto nulla e Coldiretti glielo ha voluto ricordare in diretta; l’idea che ci siamo fatti è che oltre a essere un tavolo pervaso di senso di  irresponsabilità è anche  un tavolo dove mancano le adeguate capacità.
3) L’assenza del ministro e del presidente Regionale denota una insensibilità verso il settore e, a questo punto, verso l’agricoltura, che la dice lunga.
4) Dopo tante promesse e prese in giro siamo riusciti almeno a conoscere la verità “vera” sullo stato dell’arte. Per noi di Coldiretti, cui non piace prendere in giro ma neanche essere presi in giro, questo significa già molto, perchè ora sappiamo bene precisamente cosa fare e dove andare
 
 
NOI DI TEMPO NON NE ABBIAMO PIU’!!!!
        
Ministero e Regione, ciascuno per le proprie competenze, si mettano in testa che la ricreazione è finita perché da questo momento non concederemo più tregua.
 
Daremo continuità e spessore alla nostra mobilitazione non più con presidi e sit-in, ma inizieremo con la prima manifestazione di piazza che si terrà a Cagliari il prossimo 13 ottobre e questa volta a scendere in piazza sarà tutta l’agricoltura, perche oggi il problema dei pastori è il problema di tutti, e i problemi degli altri settori diventano anche i problemi dei pastori
 
LA VERTENZA AGRICOLTURA E’ APERTA