31 Ottobre 2018
NUOVO CLIMA E AGRICOLTURA PIU’ SOSTENIBILE

Che il clima dovesse cambiare lo sapevamo tutti sin dagli anni ’70. Ero alle elementari e ricordo in modo nitido come il problema dell’esaurimento delle fonti fossili di energia e quello dell’inquinamento fossero parte integrante dei libri di studio.
Negli anni ne ho registrato l’evoluzione: il petrolio che sembrava non finisse mai e l’inquinamento che evolve in nuovi problemi: i cambiamenti climatici.
Nel tempo tutti i cittadini sono diventati consapevoli che alla base dei cambiamenti climatici ci fosse una scellerata gestione di quelle risorse che hanno pervaso talmente tanto la nostra vita da non poterne fare a meno: dai mezzi a motore sino alle plastiche.
Nel frattempo siamo diventati testimoni di quei cambiamenti di cui tanto i libri ci parlavano.
Quanto successo nei giorni scorsi non ha precedenti: dalla pioggia battente al vento impetuoso, dalle “palle” di grandine ai tornado… E pensare che a gennaio, solo qualche mese fa, avevamo i bacini vuoti e le nostre imprese erano nella fase finale di una siccità senza precedenti.
Per non pensare a quanto successo negli ultimi 15 anni in Sardegna: calamità naturali ricorrenti e ripetute con frequenza praticamente annuale e diffusa su tutti i territori.
Insomma se dovessimo fare un bilancio dei danni in agricoltura credo che potremmo facilmente arrivare complessivamente a cifre superiori alla stessa P.L.V agricola.
Basti pensare ai fondi messi a disposizione nel 2017-2018: 90 milioni di euro pubblici per indennizzare (solo parzialmente) gli agricoltori sardi.
E’ triste oggi raccogliere ancora una volta l'urlo di dolore di imprese colpite prima da una lunghissima siccità e poi dai danni di un tempo impazzito.
E’ triste dover affrontare nuove battaglie per nuovi risarcimenti di danni che nel tempo si ripresenteranno con maggior pregnanza.
E’ triste per tutta la società sapere che prima o poi riaccadrà.
E’ per questo, senza nessuna polemica, ma solo con spirito costruttivo, che abbiamo proposto l'apertura di un Forum politico permanente sui cambiamenti climatici e gli effetti sull'agricoltura sarda.
Vi è ormai la necessità, se vogliamo programmare per i prossimi 15 anni un'agricoltura competitiva, di attivare un percorso dove la politica possa orientare il bene comune agricolo su pratiche, colture e comportamenti sostenibili.
Tutto il mondo accademico sardo, in particolar modo quello legato al mondo dell'agricoltura, ha da tempo approfondito il fenomeno e messo ripetutamente in allarme sugli effetti dei cambiamenti climatici tutti i soggetti decisionali: dal mondo politico a quello della rappresentanza.
Siamo tutti consapevoli di ciò che sta succedendo e sappiamo anche ciò che potrà succedere in futuro.
Occorre allora mettere al centro della discussione politica e approfondire i temi sui cambiamenti climatici per sapere cosa fare in futuro ed orientare in modo efficace l'agricoltura sarda verso delle trasformazioni che bisogna apportare adesso, prima che sia troppo tardi, prima che nuove calamità creino altri danni non solo alle colture ma anche ad un mondo imprenditoriale ormai fragilissimo e al limite del collasso.
Occorre pensare a nuove risorse dedicate a questo processo e orientare la nuova programmazione comunitaria rispetto a queste nuove esigenze, attraverso il ruolo di decisione che spetta alla politica.
Occorre iniziare un nuovo processo culturale sui territori.
E’ difficile per la nostra impresa accettare il cambiamento, è difficile adattarsi a nuove condizioni di impresa. Ma dietro lo spettro di un clima ormai tropicale non possiamo assistere inermi alla periodica distruzione del lavoro dei campi. Le foto di questi giorni sono particolarmente eloquenti: campi allagati, prodotti danneggiati, tetti scoperchiati, animali morti.
La storia insegna che gli agricoltori sardi hanno sempre rialzato la testa e si sono rimboccati le maniche, ma ho lo netta sensazione che con i recenti eventi alluvionali, così diffusi sul territorio, si sia giunti ad una svolta che ci porti a pensare che non basta essere coscienti che il clima sia cambiato ma che occorre fare qualcosa di concreto perché per quanto possibile si evitino nuovi disastri per l'agricoltura sarda.
Luca Saba 
Direttore Coldiretti Sardegna