L’ultimo caso di blue tongue segnalato a Bultei fa riesplodere le paure degli allevatori: la ripresa di vigore di un virus che, se non governato in maniera tempestiva, rischia di mettere in ginocchio le imprese del comparto ovicaprino e bovino della Sardegna, già allo stremo a causa della crisi.
I rischi
Già l’anno scorso si è vissuta una recrudescenza della malattia che, soprattutto nelle aree del Sulcis e dell’Ogliastra, ha provocato alla perdita di oltre 9.000 capi, tra animali morti ed abbattuti, con danni stimati per oltre 2.000.000 di euro.
Le aziende interessate, che aspettano ancora i danari a ristoro dei danni subiti, rischiano oggi di vedere le proprie greggi decimate da nuove infezioni.
Ma in realtà il problema potrebbe assumere una dimensione più ampia.
Oggi infatti i nuovi casi, rilevati anche nel sassarese, lasciano spazio alla possibilità che il virus si diffonda su larga scala, sottoponendo a rischio chiusura le aziende del comparto ovicaprino e del bovino da carne, che a fatica resistono agli effetti della crisi.
Il timore è che, qualora la situazione non venga gestita con tempestività, si ripresenti il devastante scenario di oltre 10 anni fa, quando la malattia, allora sconosciuta, causò decine di migliaia di capi morti ed abbattuti a causa del diffondersi del virus.
I danni
I danni riguardano il comparto ovicaprino e quello del bovino da carne.
Le aziende ovicaprine, infatti, fiaccate in molti casi dai danni subiti nel 2012 non ancora ristorati, rischiano, a causa dei ritardi nell’avvio della campagna vaccinale, di vedersi decimate le greggi a seguito della perdita dei capi infetti che moriranno o saranno abbattuti.
Le aziende del comparto del bovino da carne invece, vivono appieno il problema del blocco della movimentazione, poichè alcuni importanti mercati della penisola sono chiusi per la mancata stipula degli accordi interregionali.
Le proposte
Per evitare il tracollo di due importanti comparti del settore agricolo, ormai allo stremo, è indispensabile mettere in campo una serie di azioni che vedano agire in maniera coordinata Assessorato della Sanità e Assessorato dell’Agricoltura, sotto la regia della Presidenza della Giunta.
In particolare è necessario:
1) Strutturare una task force che imponga una decisa accelerazione alla campagna vaccinale su tutti i capi ovini presenti nelle aree a rischio, e sulla rimonta nel resto del territorio Isolano. Il ritardo nell’avvio della campagna vaccinale, se non immediatamente recuperato, rischia di lasciare spazi di diffusione al virus, azzerando cosi il buon lavoro fatto negli ultimi anni ed esponendo le aziende sarde ad un rischio che l’agricoltura Sarda, e la stessa economia isolana, non può davvero correre.
2) Sbloccare in maniera rapida gli indennizzi per le aziende danneggiate dal virus nel 2012. In un momento difficile per l’agricoltura nazionale ed isolana che, stando agli ultimi dati forniti da INEA, inizia a subire i contraccolpi della crisi, non concedere gli indennizzi dovuti equivale a condannare alla chiusure aziende che rappresentano l’ossatura con cui rilanciare l’economia della Sardegna attraverso un nuovo modello di sviluppo che deve mettere al centro l’agricoltura e l’agroalimentare.
3) Sbloccare la movimentazione dei Bovini. Allo stato attuale alcuni importanti mercati (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Campania) sono chiusi per via della mancata stipula degli accordi interregionali. E’ fondamentale stipulare tali accordi, per consentire alle imprese la vendita di vitelli da ingrasso ad un prezzo congruo. La chiusura del mercato pone le aziende in una posizione di svantaggio contrattuale, il cui sicuro effetto è il deprezzamento del prodotto, con l’intuibile impatto negativo sui bilanci. Su tale situazione pesano inoltre le difficoltà registrate negli ultimi giorni in merito al trasporto degli animali verso i mercati extraisolani. E’ infatti sempre più difficile trovare posto per il bestiame sulle navi verso la penisola e, addirittura, una compagnia navale ha disposto il blocco all’imbarco del bestiame per l’intero mese di agosto.
4) Avviare il percorso di risanamento del patrimonio caprino dal virus della CAEV. Già da diversi mesi abbiamo chiesto l’avvio di una serie di misure per eradicare il virus dell’ARTRITE ENCEFALITE CAPRINA VIRALE. Ad oggi la delibera che dovrebbe avviare il piano di risanamento è ancora in attesa di approvazione.
Chiediamo al Presidente Cappellacci ed agli Assessori Cherchi e De Francisci un concreto impegno sulle azioni appena esposte. Il futuro della Sardegna non può che essere fondato sull’Agricoltura e sull’Agroalimentare di qualità, strettamente legati ai territori. Se non si interviene su alcuni nodi strutturali, e il problema blue tongue è uno di questi, la nostra Isola rischia di perdere uno dei presupposti per la propria rinascita: le aziende agricole che in questi territori operano garantendone oggi la vita e, domani, lo sviluppo ed il rilancio.