4 Marzo 2010
Dalla Sardegna un No forte e chiaro agli Ogm

Fermo restando il “no” deciso alla coltivazione di Organismi geneticamente modificati che, va ricordato, in Italia non sono mai entrati. Su iniziativa di Coldiretti Sardegna, peraltro, alcuni anni fa, come ricordano il presidente e il direttore, Marco Scalas e Raffaello Betti,  quasi tutti i Consigli comunali della nostra isola avevano approvato un ordine del giorno per impedire la coltivazione di Ogm nel territorio di appartenenza.
Le tavole dell’Istat offrono la situazione di dettaglio. Se si prende in esame la “patata primaticcia”, la Sardegna è quarta in Italia con 1.514 ettari coltivati e una produzione di 256.309 quintali, rispettivamente il 7,23% e il 5,99% rispetto alla produzione italiana. La Sardegna perde qualche posizione (è nona) tra le regioni produttrici di “patata comune”: 1.634 ettari (il 3,99%) e 266.370 quintali (il 2,03%).
A livello provinciale, a svettare e la provincia di Cagliari, con 655 ettari di primaticcia e 648 di patata comune. La zona produttiva più importante è quella del comprensorio di Quartu Sant’Elena.
Sotto il profilo nutrizionale, le patate sono conosciute principalmente per l’alto contenuto in carboidrati (circa 26 grammi in una patata di medie dimensioni di 150 grammi), presenti principalmente sotto forma di amidi. Le patate sono fonte, importante, di vitamine, minerali e fibre.
La varietà più diffusa, in Sardegna, è la spunta, a pasta gialla, che ben si presta ad essere fritta o ad essere cucinata al forno.
Diffuse anche la Monalisa e le patate rosse, che si prestano meglio ad essere lessate o ad essere cucinate in umido.