24 Novembre 2021
BLUE TONGUE. COLDIRETTI SARDEGNA. I NUMERI DI UNA EPIDEMIA FIGLIA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Sono 1.089.646 i capi coinvolti quest’anno, al 22 novembre, con 29.737 morti, ancora tanti ma in percentuale tra le più basse di sempre, sicuramente la più bassa rispetto alle grandi ondate che si sono verificate dal 2000 a oggi.
E’ quanto emerso questa mattina durante l’assemblea promossa da Coldiretti Sardegna a Sassari su "Blue tongue: quale verità?" al quale hanno preso parte insieme al presidente e direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba, il Responsabile del servizio prevenzione dell’assessorato regionale alla Sanità Antonio Montisci, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Giovanni Filippini, il direttore del Dipartimento prevenzione Franco Sgarangella, il presidente della Commissione regionale Attività Produttive Piero Maieli e diversi allevatori provenienti da tutta la Sardegna.
Partita dall’Ogliastra nella prima decade di agosto si è diffusa in tutta la regione. Il maggior numero si trova nel sud Sardegna con 1.095 focolai, 416.104 capi coinvolti dei quali 12.557 morti (3,02%). Oristano è la provincia in cui la mortalità è più alta al 3,41% con 703 focolai, 237.429 capi coinvolti e 8.106 morti. Il Nord Sardegna è il più virtuoso sia per numero di capi che per percentuale di morti: 554 focolai, 196.934 capi coinvolti e 3.175 morti (l’1,61%). A Nuoro e nell’Ogliastra invece la percentuale di capi morti è poco più alta del Nord Sardegna con 1,68%, e conta 750 focolai, 237429 capi coinvolti e 3.825 morti.
In finanziaria, dopo le rivendicazioni di Coldiretti Sardegna che aveva denunciato l’assenza nella bozza di legge della voce blue tongue, sono stati stanziati 5,9milioni di euro. Destinati: 300 mila euro per gli esami della reazione a catena della polimerasi (PCR), eseguiti sui capi bovini e ovini; 300.000 per gli allevamenti di bovino a compensazione dei costi sostenuti per la profilassi vaccinale contro la Febbre catarrale, effettuata dai veterinari liberi professionisti aziendali e per l'acquisto dei repellenti; 700.000 per l'acquisto del prodotto "Butox"; 3.000.000 di euro per le perdite subite dalle aziende agricole dovute alla blue tongue; 1.600.000 per i danni causati da eventi calamitosi ed epizoozie.
La blue tongue è presente in Sardegna dal 2000 ed è anche questa una conseguenza dei cambiamenti climatici: le sciroccate provenienti dal Nord Africa hanno portato anche nella nostra Regione virus presenti prima solo in quelle terre. “Ma rimarrà sempre, dobbiamo imparare a conviverci - ha spiegato questa mattina il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Giovanni Filippini  -. Il culicoide preferisce i bovini, che sono dei veri serbatoi ed agisce la notte, sta nel suo sangue per circa 60 giorni. Lo possiamo combattere con i vaccini ma è fondamentale anche la profilassi per non far circolare il virus – ha spiegato ancora il direttore -. Le diverse ondate, che arrivano a distanza di 2 e 4 anni dipendono dal livello di immunità che si abbassa con il passare degli anni. Occorre studiare e pianificare le azioni da fare da qui in avanti per fare in modo che quei 166milioni spesi per la blue tongue in 20 anni possano essere investiti in prevenzione e per combattere altre malattie più pericolose, come quella della agalassia”.