14 Gennaio 2013
Battista Cualbu eletto presidente della Federazione Regionale Coldiretti Sardegna

Un incarico che assumo con grande senso di responsabilità – ha affermato Cualbu subito la conclusione dell’assemblea elettiva – e con la certezza che solo con la collaborazione di tutti, solo con il gioco di squadra, sarà possibile portare a casa risultati concreti per il mondo agricolo Sardo.
Cualbu ha poi proseguito rivolgendo un grande ringraziamento al presidente uscente Marco Scalas, ricordando i tanti traguardi raggiunti, e tracciando quelle che saranno le linee di lavoro future.
L’assemblea ha inoltre eletto il Consiglio Direttivo Regionale, cosi composto: Cualbu Battista, Perra Efisio, Cualbu Simone, Manduco Giambattista, Cannas Vincenzo, Asara Marco, Cossu Nicola, Floris Paolo, Setzu Monica, Pilloni Davide; Revisori: Falconi Bruno (Presidente), Manca Mauro, Impera Massimo (Picci Priamo e Campus Angela supplenti); Probiviri: Cois Fabio (Presidente) Lubino Giovanni, Mula Andrea (Malu Martino e Moni Cesarino supplenti).
COLDIRETTI SARDEGNA:
10 ANNI DI LOTTE AL FIANCO DEGLI AGRICOLTORI
 
 
Le nostre proposte, le nostre battaglie, i nostri traguardi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CAGLIARI, 14 GENNAIO 2013
Sono stati 10 anni intensi, pieni di lotte, di battaglie, vissuti uno dietro l’altro senza sosta, quelli di Marco Scalas alla presidenza di Coldiretti Sardegna.
10 anni fatti di studio, di approfondimento, di riunioni interminabili per trovare soluzioni ai problemi che affliggono la nostra agricoltura.
10 anni in cui a volte è stato necessario arrivare alla protesta di piazza, mai fine a se stessa, ma condotta con lo spirito di chi vuole affrontare i problemi in modo positivo e propositivo, lasciando ad altri la sterile polemica.
10 anni in cui si è riusciti ad avviare a soluzione problemi atavici della nostra agricoltura, senza avere nemmeno il tempo di godere del risultato perché subito immersi nella difficoltà successiva
10 anni nei quali, alle difficoltà di sempre, si sono aggiunte problematiche nuove: la blue tongue, le conseguenze drammatiche di una rinvigorita peste suina – per citarne alcune – e, da ultimo, una crisi globale senza precedenti.
10 anni insomma in cui è cambiato il mondo, ma non l’imperativo morale di Coldiretti: difendere i diritti degli agricoltori, ad ogni costo.
Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno di Marco Scalas e della sua squadra.
Chiunque si sarebbe scoraggiato davanti alle vicissitudini che negli ultimi anni hanno interessato l’agricoltura Sarda: epizoozie, crisi di mercato, cartelli commerciali, inefficienze della burocrazia regionale sono solo alcune delle “piaghe” che hanno minato il settore primario isolano.
Gli effetti sono facilmente leggibili nelle statistiche: dalle oltre 91.000 aziende censite dall’ISTAT nel 2000, si passa alle attuali 60.000, con una perdita di ben 30.000 aziende.
E’ in questo contesto che si è sviluppata l’azione di Marco Scalas e della sua squadra alla guida della Coldiretti Sardegna, azione incentrata nell’indirizzare l’organizzazione verso un nuovo modo di fare sindacato, fatto di un rinnovato approccio ai problemi, indirizzato non solo alla sacrosanta protesta, ma anche all’innovativa proposta.
Il tutto davanti ad una Politica sempre più incapace di cambiare i propri schemi e i propri paradigmi, azione indispensabile quest’ultima  per dare un futuro alla nostra Isola.
I segni di questo rinnovato agire di Coldiretti sono riscontrabili nelle diverse azioni portate a termine, incardinate essenzialmente nel segno della rottura degli schemi precostituiti e in un nuovo approccio al mercato.
 
La rottura degli schemi precostituiti
La “rottura degli schemi precostituiti” si sostanzia in un nuovo modo di affrontare alcuni problemi che da tanti anni affliggono il settore primario. Alla protesta, legittima, è stata associata una capacità propositiva che ha saputo dare a diverse vertenze una nuova chiave di lettura.
E’ il caso della vertenza “legge 44”, che ha visto la sottoscrizione di un protocollo di intesa in cui la Regione si è impegnata a sospendere le richieste di restituzione dei danari ed a riverificare le posizioni debitorie.
Oppure la sottoscrizione del protocollo per l’eradicazione della Peste Suina, che purtroppo sconta nella sua attuazione l’inerzia della Regione.
Anche la  vicenda dei Consorzi di Bonifica è stata affrontata in una nuova ottica. Infatti, accanto alle rimostranze per la modifica della legge 6/2008, si è messa in campo un’azione di pressing che ha portato allo stanziamento, nella finanziaria 2011, di importanti risorse per la manutenzione delle opere per l’abbattimento dei costi dei canoni irrigui e dei contributi a carico degli utenti.
Il problema del prezzo del latte ha ugualmente vissuto nuove chiavi di lettura. Oltre alla doverosa azione di protesta contro le inefficienze del Consorzio Latte, che ci ha visti protagonisti di una manifestazione davanti ad una struttura elefantiaca che consuma danari pubblici e non apporta nessun beneficio alle imprese, si è cercata la soluzione del  “problema Pecorino Romano”, chiedendo alla Regione un supporto per la costituzione di un Consorzio di Secondo Livello, composto dalla Sfirs e dalle Cooperative, che lavori per creare un futuro che vada oltre l’intervento di ritiro degli stock,  e che renda il Pecorino Romano non più un problema ma, al contrario, un prodotto remunerativo che faccia da volano al rilancio della filiera ovicaprina.
La ormai endemica problematica della certificazione del possesso dei fondi rustici ci ha visti impegnati in una azione di  pressing che ha portato all’inserimento, nella finanziaria 2011, di risorse economiche per il riordino fondiario e la regolarizzazione catastale dei terreni agricoli.
Nello stesso senso va letto l’incessante lavoro concretizzato nell’inserimento, nella finanziaria 2012, di una norma “ammazza burocrazia” che porterà ad una semplificazione degli adempimenti amministrativi cui le aziende agricole sono tenute.
 
Il nuovo approccio al mercato
Il nuovo approccio al mercato è la chiave di volta per abbattere le barriere monopolistiche che sottraggono reddito alle nostre aziende.
Il punto di partenza è il progetto “Campagna Amica”, incentrato sulla vendita diretta da parte dei produttori agricoli, che ha visto la Sardegna diventare teatro per ben 21 farmer’s markets stabili, per una rete di oltre 300 aziende e per il primo supermercato gestito dagli agricoltori: la bottega di Campagna Amica di Sassari.
Il modello promosso da Coldiretti ha creato un vero e proprio canale commerciale innovativo, con un fatturato che solo nei mercati di vendita diretta supera i tre milioni di euro annui.
Su tale linea è stata elaborata la strategia vincente per l’atavico problema del prezzo del latte ovino.
Dopo una delle più grandi manifestazioni di piazza, che nell’ottobre 2010 ha visto sfilare 20.000 aziende, si è deciso di affrontare  il cartello degli industriali lattiero – caseari, accompagnando gli allevatori verso i mercati continentali.
Gli effetti della scelta sono evidenti: a fronte dei 75 centesimi ottenuti l’anno scorso, oggi un gruppo di 300 pastori, supportato da Coldiretti, ha piazzato il proprio latte a 78 centesimi.
Il tutto con un effetto volano sul mercato isolano che ha visto il prezzo medio regionale crescere da gennaio 2012 a marzo 2012 di ben 6 centesimi ( da 63 a 69 cent), per attestarsi oggi a 72/73 centesimi.
Lo stesso modello è stato seguito per la filiera del pomodoro, con la passata ed i pelati a marchio “Campagna Amica – Io sono Sardo, per la filiera del Bovino, attraverso la vendita ai mercati continentali e per quello della Lana di Pecora, con il progetto “Sa lana nostra”.
La strada dell’approccio diretto al mercato è ormai tracciata, e rappresenta una delle soluzioni possibili al problema reddituale delle imprese, a patto che percorsi normativi che valorizzino e identifichino le produzioni “made in sardinia” prendano forma e sostanza anche in Sardegna. Per queste ragioni Coldiretti Sardegna, con il Movimento Identità e Futuro, ha raccolto oltre 25.000 firme per promuovere il disegno di legge “Compra Sardo”, finalizzata alla creazione di un marchio ombrello che racchiuda le produzioni sarde in un percorso di certificazione e tracciabilità a tutela del consumatore e del produttore primario
 
Le sfide future
Oggi Coldiretti Sardegna rinnova i propri organi dirigenti.
Lo fa in assoluta continuità con gli indirizzi tracciati da Marco Scalas e dalla sua squadra, ai quali va la gratitudine dell’intera organizzazione.
Il nuovo presidente Battista Cualbu, con la propria squadra, si appresterà quindi con rinnovato spirito ad affrontare alcune sfide nodali:
1)    Semplificare il rapporto diretto tra imprenditori e mercato, attraverso la richiesta di una finalmente efficace continuità territoriale delle merci e di percorsi di sostegno pubblico per l’internazionalizzazione delle imprese.
2)    Proseguire nell’accompagnamento delle imprese verso il mercato, estendendo tale azione verso la filiera cerealicola, suinicola, delle carni bovine, vitivinicola ed ortofrutticola. Tale azione può e deve essere una delle strategie per sostenere alcune produzioni in difficoltà, quali  ad esempio quelle del carciofo o delle carni suine.
3)    Richiedere con forza la ratifica della legge “Compra Sardo”, atto indispensabile per ridare fiato alla nostra economia agricola. In tale contesto è indispensabile pretendere che le mense pubbliche sarde siano vincolate all’impiego di prodotti “made in Sardinia”.
4)    Chiedere che la norma per la semplificazione amministrativa inserita nella finanziaria 2012 sia finalmente attuata, con i conseguenti vantaggi in termini di abbattimento del carico burocratico sulle imprese e di rapidità nell’erogazione delle provvidenze Comunitarie e Regionali.
5)    Incidere in maniera significativa sulla prossima programmazione dei Fondi Comunitari, lavorando per una proposta quadro che getti le basi per una PAC finalmente “a misura di Sardegna”.
6)    Portare a compimento il percorso per la costituzione di un Consorzio di Secondo Livello, composto dalla Sfirs e dalle Cooperative, che lavori alla commercializzazione del Pecorino Romano, rendendo tale prodotto non più un problema ma, al contrario, un prodotto remunerativo che faccia da volano al rilancio della filiera ovicaprina.
7)    Proseguire nella lotta per la legalità e la trasparenza. Non è più sostenibile quanto si è verificato con il “Consorzio Latte”: Coldiretti pretende di sapere come sono stati spesi i soldi pubblici ricevuti dal Consorzio e continuerà con insistenza a chiedere trasparenza. E dove non arriverà la forza di 40.000 agricoltori,  sia la magistratura a fare chiarezza.
8)    Stimolare la Politica affinchè gli impegni presi con le aziende sul fronte epizoozie, eradicazione della Peste Suina in primis, siano attuati.
Tutte queste azioni devono essere integrate nella realizzazione di un “Piano di Rinascita della Sardegna”. In un momento in cui l’economia basata sui poli chimici ed industriali affronta una crisi probabilmente definitiva,  è infatti necessario puntare su una “new economy” incentrata sull’enorme ricchezza paesaggistica del territorio Sardo, e sulle sue peculiarità in termini di produzioni agricole ed artigianali. Un Piano di Rinascita che abbia come obiettivo di medio termine la crescita del PIL agricolo dagli attuali 1,4 a 3 miliardi di euro
Questo è il lavoro che attende il Presidente Cualbu e la sua squadra. Un lavoro immane, difficile, da affrontare con la consapevolezza che quello attuale è un momento topico per la nostra Isola, il cui futuro dipende da una radicale rifondazione del tessuto economico e sociale. Una sfida  da vivere con una certezza: quella di avere al proprio fianco  40.000 associati che oggi gli hanno dato fiducia, e che sono pronti a supportarlo con determinazione nella sua azione.