Le piogge straordinarie agostane stanno mandano ko l’agricoltura sarda. Le tante precipitazioni e l’umidità che ci stiamo trascinando dalla primavera hanno creato il giusto habitat per la proliferazione dei parassiti e la violenza e la frequenza delle piogge di questo mese stanno facendo il resto.
Ad essere maggiormente danneggiato è il settore vitivinicolo e frutticolo. I primi stanno combattendo con la peronospora che sta falcidiando l’uva e con i danni dovuti alla troppa pioggia e in alcuni casi alle grandinate. I danni si sono concentrati in particolare nel centro sud Sardegna e colpiscono un settore che già lo scorso anno era stato penalizzato dal troppo caldo e dalla siccità. I danni in questo caso vanno dal 50 all’80% nei territori interessati. In alcuni casi alcune vigne hanno dovuto interrompere la vendemmia e rischiano di non poter riprendere prima di 15 – 20 giorni perché è impossibile lavorare nelle vigne allagate.
Allagati anche i frutteti che in molti casi si ritrovano coperti da tappeti di frutta marcia. A proliferare sono i funghi che stanno devastando i frutti. Danni per il settore che si aggiungono a quelli primaverili quando andò compromesso tra il 40 e 70 per cento dei raccolti precoci di fragole, albicocche, ciliegie e pesche. Le pesche e susine sono quelle che oggi stanno subendo danni insieme a meloni e angurie.
Le violente precipitazioni che ormai con cadenza quotidiana si abbattono sui territori stanno determinando la perdita del 50 – 60% del raccolto del pomodoro da industria, acuita soprattutto dagli ultimi due giorni di piogge. Ma anche per il resto delle ortive di stagione.
“I cambiamenti climatici ci stanno regalando un clima instabile e impazzito che sta sconvolgendo le stagioni – commenta il presidente di coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Chi ne paga le conseguenze è il mondo agricolo che segue e dipende dai ritmi delle stagioni e che nonostante le tecnologie non può adeguare i propri metodi di coltivazione. Le bizze del tempo sono sotto gli occhi di tutti e credo che quest’anno più che mai stiano disturbando un po’ tutti, non fosse altro perché stanno compromettendo le vacanze di molti. Ciò che chiediamo è lo stato di calamità naturale perché si venga incontro alle gravi perdite del mondo agricolo”.
Le aziende agricole davanti a questo clima impazzito possono fare ben poco. In alcuni casi possono prevenire e alleviare i costi dei danni, soprattutto in annate negative come queste con le assicurazioni. Anche in questo caso però l’ostacolo è rappresentato dalla burocrazia. “In molti casi – denuncia il presidente del Consorzio di difesa del sud Sardegna Priamo Picci - molti coltivatori hanno rinunciato al paracadute assicurativo a causa dei mancati rimborsi. Non sono stati liquidati neppure quelli del 2015, fermi ancora al 35%, mentre hanno appena cominciato a rimborsare quelli del 2016 ed è ancora fermo il 2017. Il sistema assicurativo ha funzionato fino a quando i rimborsi sono stati puntuali. Quando invece Agea ha cominciato a pagare in ritardo, il sistema è saltato perché gli agricoltori si ritrovano a dover anticipare anche tre anni. Alcuni sono arrivati anche a dover chiedere dei prestiti in banca per pagarla”.
In pratica l’agricoltore deve anticipare l’assicurazione che poi è rimborsata fino al 65% da Agea.
“E’ fondamentale – evidenzia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – che il sistema assicurativo sia meno farraginoso ma sia più snello ed efficace”.
25 Agosto 2018
Le violente piogge stanne mandando ko l’agricoltura