Il primo insediamento è la fotografia di un sistema produttivo prigioniero della burocrazia. Un sistema elefantiaco che viaggia su un binario parallelo e lento rispetto a quello imprenditoriale e che rischia di soffocare la vivacità e l'intraprendenza che si sta vivendo nel settore agricolo ed in particolate nelle nuove generazioni.
"Anziché un incentivo, i sostegni comunitari si stanno trasformando in un freno - commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - che rallenta e qualche volta brucia le idee e i progetti agricoli dei giovani in questo caso ma di tutto il mondo agricolo in generale. Oggi le imprese viaggiano a ritmi altissimi mentre la burocrazia che detta i ritmi ai diversi bandi è sempre piu’ aggrovigliata e complicata. Un bando deve essere aperto e chiuso nel giro di mesi non di anni. In questo modo anziché aiutare le aziende ad essere competitive le stiamo solo frenando".
"Non vogliamo colpevolizzare nessuno - precisa il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - ma è chiaro a tutti che serve una svolta. Servono degli interventi straordinari per tagliare la burocrazia oggi il peggior nemico delle imprese agricole. Serve per il primo insediamento cosi come per tutti i premi comunitari. Rispetto delle regole e trasparenza non è sinonimo di burocrazia. Ma lo sono delle aziende insieme a tempi celeri. Un primo passo in questo senso è l'organismo pagatore regionale che consentirebbe una gestione locale e più vicina all'utente, il che significherebbe dare un volto all'interlocutore".
29 Novembre 2017
Imprese agricole prigioniere della burocrazia