11 Febbraio 2016
Io sono sardo conquista il Berlino Fruit Logistica

C'era anche l'Arpos, la società cooperativa dei produttori ortofrutticoli del brand Io sono sardo, al Berlino Fruit Logistica 2016, il più importante meeting point del commercio ortofrutticolo globale che si è tenuto dal 3 al 5 febbraio.

I numeri confermano l'importanza dell'appuntamento. Erano presenti 2.800 espositori provenienti da 84 Paesi, di cui ben 460 italiani; e 65.000 visitatori professionali provenienti da 135 Stati.

“Si è trattata della nostra prima esperienza a questa importante iniziativa ed è stata molto positiva – è il commento di Priamo Picci presidente dell'Arpos presente a Berlino insieme al vice presidente Paolo Meli ed al direttore commerciale Carlo Orrù -. Abbiamo preso contatti sopratutto con i paesi dell'Est (Ucraina, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Lituania) oltre che con l'Inghilterra, Belgio, Lussemburgo, ma anche con Africa, Senegal, Etiopia, Egitto ed Emirati Arabi. Il nostro prodotto è stato molto apprezzato ed è possibile che si aprano per l'Arpos altri importanti canali commerciali”.

La svolta dell'Arpos si è avuta nel 2011, quando, in collaborazione con la Coldiretti, hanno dato vita al brand Io sono sardo, unendo oltre 70 produttori di pomodori sopratutto del Medio Campidano e dell'oristanese, e investendo sulla trasformazione e sulla commercializzazione di un prodotto certificato.

In quattro anni sono passati dalla lavorazione di 500 quintali a ben 7mila, garantendo ai soci un margine di guadagno molto più alto.

Io sono sardo, che ha la certificazione di filiera e tracciabilità, trasforma i pomodori in pelato, passata e polpa, e viene fondamentalmente venduto nei mercati di Campagna Amica.

Dallo scorso anno – racconta Paolo Meli – siamo anche nei negozi specializzati, e stiamo sondando il mercato europeo (Danimarca, Olanda, Polonia e Spagna). Inoltre siamo anche nella grande distribuzione, in Carrefour, grazie al progetto Fai promosso dalla Coldiretti”.

La nostra presenza al Fruit Logistica rientra all'interno della voglia di crescere e sperimentare nuovi mercati – spiega Carlo Orrù -. E' una vetrina di rilevanza mondiale, ed è sicuramente da ripetere, nonostante il nostro prodotto non sia fresco ma trasformato, in quanto la fiera è incentrata sulle produzioni ortofrutticole fresche”.