18 Febbraio 2013
LATTE OVINO: AUMENTA LA DOMANDA, CRESCE IL PREZZO, MANCA L’OFFERTA.

E’ insistente nelle ultime settimane la richieste di ingenti quantità di latte ovino da inviare fuori dalla Sardegna. Le richieste arrivano per lo più da mediatori italiani di grosse aziende estere che cercano sino a 8 - 10 cisterne da 25.000 litri la settimana da iniviare fuori dall’isola.
 Nonostante diversi tentativi, considerata anche la richiesta di alcune aziende sarde di cominciare a discuterne con prezzo non inferiore a 80 cent. Di € iva esclusa, con pagamento anticipato delle cisterne, vi è stata la massima disponibilità alla discussione da parte di tali mediatori all’acquisto di latte, ma ad non sembra vi siano  aziende interessate alla fornitura di latte neanche a tali condizioni.
Il motivo potrebbe essere legato al buon momento che da alcuni mesi sta attraversando il pecorino romano che, con prezzi che arrivano all’ingrosso sino a  6,30 euro, porteranno certamente ad un crescita del prezzo del latte ovino che si ritiene che a fine campagna possa arrivare ben oltre 80 centesimi al litro.
In tali momenti occorre pertanto stare attenti alla programmazione produttiva ed evitare che tutti corrano alla produzione di pecorino romano, fatto che alla lunga potrebbe, così come accade ciclicamente portare ad eccessi di produzione che graverebbero nelle annate successive.
In tali casi potrebbe rivelarsi importante poter differenziare la produzione vendendo parte del latte, incassando subito i denari, soprattutto in un momento di crisi di liquidità come questo.
Se le cooperative sarde volessero ancora vendere parte della loro produzione, Coldiretti Sardegna è disponibile a mettere in contatto le aziende al fine di verificare condizioni economiche e convenienza a portare avanti la vendita del latte fuori dall’isola.
Sembra pertanto che il mercato del latte ovino in Sardegna stia andando verso una ripresa che si augura però possa arrivare a livelli di almeno 90 centesimi di euro in quanto l’aumento dei mangimi e delle materie prime, non consente con i prezzi attuali che arrivano fino a 78-80 centesimi di euro di coprire i costi di produzione. E’ necessario proprio in momenti positivi come questi governare il mercato affinchè si evitino disastri ben conosciuti.