Ora puntiamo alle priorità! Finito il carosello elettorale, per la verità un po’ insolito, occorre superare questa empasse creata dalla novità dei nuovi, “pesanti”, competitor politici. Ossia, pur comprendendo le ragioni di un nuovo rimpasto in giunta regionale, una volta ridefiniti gli assetti occorre, urgentemente, riprendere a lavorare sulle priorità della nostra Isola, anche se è difficile scegliere quali siano le “priorità più urgenti”! Si, perché la situazione è talmente disperata che non si capisce se si debba prima rispondere alle esigenze della domanda di lavoro o a quelle della programmazione di un nuovo progetto di rilancio e di sviluppo della nostra Sardegna. Eppure, le due cose sono strettamente legate: sarà difficile sostenere nuovi inserimenti senza un progetto futuro così come sarebbe inutile programmare nuove opportunità che non creino occupazione. E’ come il dilemma dell’uovo e della gallina! Solo che attendendo la risposta più giusta anche quell’uovo si è schiuso. Oggi la nostra Terra non può più vivere senza un progetto, le imprese non possono più sostenersi senza un indirizzo, i nostri piccoli centri non possono resistere senza chiari orientamenti. Il disegno di una Sardegna agricola, di un’idea dell’Isola dell’Agroalimentare non può più rimanere nelle carte delle candidature elettorali, ha necessità di diventare realtà, di poter realizzare per davvero “la Sardegna che vogliamo”. Il dato della crescita dell’export dell’agroalimentare made in Italy in un mare di segni negativi degli altri settori, la crescente domanda di cibo nel mondo, gli scandali sempre più ricorrenti sulla garanzia e sulla salubrità alimentare rappresentano certamente le basi su cui impostare un progetto di sviluppo. E se la vicenda della carne di cavallo ha in pochissimi giorni destato preoccupazione facendo il giro del mondo, probabilmente occorre riflettere su quanto è ormai elevata l’attenzione di tutti i cittadini su ciò che si mangia. Quale migliore occasione allora per la Sardegna, dove importiamo il 70% della carne, dove abbiamo visto ridursi drasticamente le quantità di grano, di ortaggi, di frutta e dove ancora oggi manca un marchio che identifichi indistintamente le produzioni cento per cento sarde? Quale migliore opportunità per disegnare, alla stregua di altre Regioni, una legge, che “faccia entrare” nelle mense sarde i prodotti dei nostri agricoltori, nel pieno rispetto delle normative comunitarie sul consumo di CO2. Sono solo alcuni degli obiettivi che dovrebbe avere oggi la giunta regionale in quest’ultimo anno che la distanzia dai rinnovi elettorali. Questo chiedono tutti sardi alla politica: la concretezza di portare alla realizzazione di un progetto che riguardi tutti, non con una pioggia di denari, ma con la costante presenza nel vivere giorno per giorno la vita delle imprese che sceglieranno la sfida di un progetto per l’agricoltura sarda. E’ solo attraverso il vissuto quotidiano che la politica potrà realizzare la necessità impellente di abbattere i muri che ostacolano le imprese nel proprio sviluppo: peste suina, blu tongue, mancata movimentazione, burocrazia lenta, costo dell’acqua, continuità territoriale delle merci non possono rappresentare l’obbiettivo politico da risolvere, sono solo muri che si riusciranno a demolire definitivamente quando la politica avrà il coraggio di stare realmente al fianco delle imprese agricole e vivrà sulla propria pelle le difficoltà di un mondo che viene sempre dopo l’autoconservazione del Sistema. Allora a prescindere dalle persone, dagli equilibri dei partiti politici, dalle correnti e dal peso dei voti quello che le imprese agricole sarde chiedono alla nuova giunta è impegno, velocità e concretezza verso un disegno dove l’agricoltura e l’agroalimentare diventino il Progetto della Regione Sardegna per il futuro sviluppo della nostra isola.
Battista Cualbu
Presidente Coldiretti della Sardegna
5 Marzo 2013
DOPO LE ELEZIONI CONCRETEZZA PER I PROBLEMI DELL’AGRICOLTURA