Sotto accusa, in particolare, le nuove regole per l’assegnazione dei fondi per il primo insediamento in agricoltura, che di fatto aprono le porte dei finanziamenti comunitari anche a chi non lavora direttamente in campagna.
Il caso
Il Programma di Sviluppo Rurale della Sardegna è il documento che stabilisce le regole per l spendita dei fondi che l’Unione Europea destina allo sviluppo competitivo della nostra agricoltura.
Uno dei pilastri principali di tale programma è la misura del “Primo Insediamento”, che sostiene i giovani che intendono investire in agricoltura. Fino ad oggi tale sostegno era destinato a chi operava direttamente nell’azienda agricola, acquisendo la qualifica di Coltivatore Diretto o di Imprenditore Agricolo Professionale.
Ma oggi la misura cambia volto, e a beneficiarne possono essere quei soggetti che avviano l’Impresa ma poi non la governano direttamente. Questa situazione, sommata ad un meccanismo perverso di assegnazione di premialità, esclude di fatto chi da sempre ha operato nell’azienda e, al contrario, premia chi in azienda probabilmente non metterà mai piede.
Le reazioni
E’ ora di finirla – attacca Marco Scalas, Presidente di Coldiretti Sardegna – siamo stanchi di vedere i nostri figli, da sempre impegnati con noi nel lavoro in azienda, scavalcati nei loro diritti da gente che non sa nemmeno com’è fatta una zappa! Cosi si finanziano imprese agricole che poi non restano sul mercato.
E’ purtroppo vero, – prosegue Luca Saba, Direttore di Coldiretti Sardegna – con queste nuove regole si va verso una misura che erogherà tanti soldi ma poi non rinnoverà assolutamente il nostro tessuto produttivo agricolo. Abbiamo tassi di chiusura delle aziende e di anzianità dei produttori difficilmente sostenibili, e interventi pubblici di questo tipo non sono quelli giusti per arrestare questo trend!
Per non parlare – sottolineano Scalas e Saba - della selezione delle iniziative imprenditoriali da ammettere a finanziamento: la misura ha criteri di valutazione obsoleti; la Regione continua a proporre un intervento vecchio, che non premia approcci innovativi alla gestione dell’azienda, come la vendita diretta e il commercio elettronico.
La proposta
Le decisioni della Regione possono essere ancora modificate – concludono Scalas e Saba – e per questo chiediamo all’Assessore Cherchi uno sforzo per rendere questa misura realmente capace di creare un nuovo tessuto imprenditoriale agricolo fortemente motivato e legato ai valori del fare impresa in agricoltura! L’unica strada, a nostro avviso, è premiare chi non ha paura di sporcarsi le mani in campagna, e che guarda alla propria azienda con passione e voglia di innovare. Questa misura, se non verrà modificata, farà l’esatto contrario, e assisteremo all’ennesimo spreco di soldi pubblici!
12 Marzo 2012
PRIMO INSEDIAMENTO IN AGRICOLTURA: