27 Marzo 2012
SALTO DI QUIRRA: OK ALLA PROPOSTA DEL MINISTERO

La Storia
Sembra sia passata un’eternità, ed è invece appena 6 mesi fa che la storia dei pastori di Quirra è balzata nelle prime pagine dei giornali locali.
L’avvio delle indagini della magistratura aveva determinato l’emanazione un’ordinanza di sgombero per 62 allevatori e 10.000 capi di bestiame: l’unica fonte di sopravvivenza per 62 famiglie, le fatiche di una vita di 62 allevatori rischiavano di essere annullate da una decisione incomprensibile; come si poteva essere certi che tutto il territorio del poligono fosse inquinato?
Gli effetti del provvedimento sarebbero stati devastanti: niente più premialità comunitarie, la restituzione, in taluni casi, di quelle già percepite, senza contare i danni legati alla difficoltà di collocare le produzioni sul mercato. E soprattutto: dove portare i capi sgomberati?
Ma l’economia di quei luoghi è fondata sulla pastorizia, e la chiusura del poligono ai pastori avrebbe significato il collasso per un intero sistema economico. E’ per questo che la questione Quirra è diventata non sono la lotta di alcuni pastori, ma la battaglia di un’intera comunità che, spinta da un profondo senso di solidarietà e dalla voglia di sopravvivere, è scesa in piazza per manifestare il proprio dissenso rispetto alle scelte che stavano maturando. E’ stato un momento unico, in cui centinai di famiglie sono scese in piazza con i pastori per evitare che scelte non ben ponderate potessero decretare la morte di un intero territorio.
Le rimostranze erano chiare, cosi come era cristallino il pieno rispetto per le attività della magistratura: si chiedeva infatti di andare avanti con le indagini, ma di limitare lo sgombero solo alle aree realmente inquinate.
Gli ultimi sviluppi
Il ministero della Difesa ha finalmente proposto di riaprire ai pastori le aree del poligono non inquinate.
La notizia è stata accolta con favore dalla Coldiretti: si tratta – sostiene Marco Scalas, Presidente di Coldiretti Sardegna – di ciò che chiediamo da mesi; non è pensabile chiudere un’intera area, bloccare un’intera economia perché si ha il sospetto che determinate porzioni di territorio possano essere inquinate. Da subito avevamo chiesto di limitare lo sgombero al necessario! Dopo mesi finalmente qualcuno ci ascolta.
La notizia – prosegue Luca Saba, Direttore di Coldiretti Sardegna  - ci lascia ben sperare per il futuro. Il ritorno dei pastori sulle aree del poligono è una scelta di buon senso. Peraltro tale scelta risolverebbe non pochi problemi, compreso quello dei premi comunitari ad oggi i pastori, senza quelle terre, rischiano di non percepire più i premi comunitari e di restituire quelli già percepiti.
Ora è il momento della chiarezza;  – concludono Scalas e Saba – chiarezza sui 500.000 euro promessi come indennizzo, ma soprattutto chiarezza sullo stato di quel territorio. E’ impensabile che, ad oggi, non vi sia ancora certezza sugli esiti delle analisi. Il ritorno dei pastori sulle terre del poligono rappresenta il ripristino di una situazione di diritto! Ora si pubblichino i dati sulle analisi, e si restituisca ai pastori il senso del valore della loro attività.