Consorzio Latte: La storia
Il Consorzio Latte nasce attraverso un accordo chiamato Contratto di Programma, destinato dal Ministero dell’Economia a rilanciare alcuni settori economici di territori depressi. In questo caso l’accordo nacque per rilanciare l’intera filiera ovicaprina finanziando con 72 milioni di euro infrastrutture, ristrutturazioni e rinnovamenti di aziende di produzione primaria, aziende di trasformazione che lavoravano nella filiera.
L’accordo fu firmato oltre che dal mondo della trasformazione anche dal mondo della produzione che non ricevette i risultati attesi in quanto fu coinvolta solo marginalmente.
La gran parte dei benefici andarono a carico del sistema della trasformazione che avrebbe dovuto garantire l’assunzione di nuove 320 unità lavorative, di queste 120 direttamente nella struttura del Consorzio Latte a Macomer.
La Regione nel 2004 concesse a questo Consorzio in comodato gratuito una struttura di 20 mila metri quadri completamente attrezzata per la trasformazione, lo stoccaggio e il condizionamento dei prodotti lattiero caseari.
Dopo diversi anni nonostante l’impegno del Consorzio Latte di dover assumere 120 unità, la realizzazione di quanto previsto dal Contratto di Programma portò all’assunzione di meno di 20 persone all’interno della struttura consortile, che in brevissimo tempo andarono in cassa integrazione e tutt’ora rimangono in questo stato.
Il Consorzio Latte ricevette 14 milioni di euro per i punti 24-25-26 dell’accordo di programma , il resto dei denari furono messi a disposizione quasi completamente per le imprese di trasformazione che avrebbero dovuto realizzare investimenti garantendo nuove 200 unità lavorative.
Al ottobre dell’anno scorso Coldiretti con le altre organizzazioni di categoria fece una manifestazione sotto il Consorzio Latte dimostrando la completa inattività della struttura, nessuno quel giorno era presente a lavoro.
Da mesi Coldiretti chiede trasparenza sul funzionamento del Consorzio Latte. Da mesi Coldiretti rivolge domande chiare e puntuali, e non riceve risposte adeguate.
E non lo fa per lanciare accuse o per alimentare sterili polemiche fini a se stesse.
Lo fa perché vede gli allevatori sardi costretti ad operare sottocosto, perché coglie appieno la loro disperazione.
Lo fa perché sente il dovere di capire fino in fondo se gli strumenti creati e finanziati per migliorare le performances del comparto ovicaprino, e quindi la remunerazione del latte, stanno funzionando.
Lo fa perché se oggi gli allevatori continuano a soffrire, e sono costretti a portare il latte in continente per ottenere una remunerazione almeno decente per il loro prodotto, forse qualcosa non sta andando come dovrebbe.
Se i 72 milioni di euro non sono arrivati, evidentemente non si è riusciti a rendicontare le attività previste, tra l'altro dopo ben 10 anni di attese.
Si parla di nuova compagine associativa, ma il Consiglio di Amministrazione ed i soci sono in buona parte gli stessi che erano presenti nei 10 anni precedenti nei quali il Consorzio non ha prodotto i risultati attesi.
Per questi motivi è necessario che qualcuno risponda a queste domande:
1)Dal 2000, anno della sua nascita, cosa ha fatto e cosa fa esattamente il Consorzio Latte? Cosa ha prodotto in 10 anni per il sistema agropastorale sardo?
2)Negli ultimi 10 anni quali e quante lavorazione ha effettuato per conto dei propri consorziati e quanto i consorziati hanno messo a disposizione del Consorzio Latte per giustificare la tenuta di uno stabilimento di 20000 mq, concesso gratuitamente dalla Regione Sardegna?
3) A prescindere dalla cassaintegrazione, quanta forza lavoro occupa ed ha occupato stabilmente la struttura del Consorzio Latte, e quanta ne avrebbe dovuto occupare attraverso i 14 milioni di euro ricevuti dallo Stato?
4) Si parla di finanziamento dello Stato sino al 40%, ma sono stati raggiunti gli obiettivi previsti e gli impegni assunti dall’Accordo di Programma finanziato con soldi pubblici? E come mai un programma avviato nel 2001 con contributi pubblici tra il 50 ed il 75 %, sarà finanziato al 40%? Per caso, dopo 10 anni, alcune spese sono state riconosciute non rendicontabili dallo Stato? E se si come mai?
5) Le 110 nuove unità lavorative registrate dal Banco di Sardegna sono oltre le 300 previste dall’Accordo di Programma per i finanziamenti ricevuti, o 200 persone circa non sono mai state assunte nonostante gli impegni presi nell'Accordo di Programma con il Ministero dell’Economia?
6) Quante sono le aziende agricole che nell'Accordo di Programma sono state coinvolte? Dai documenti dovrebbero essere oltre 500, a noi risulta non siano neanche nell'ordine di una decina.
7) Che fine hanno fatto gli oltre 14.000.000 di euro finanziati dal sistema pubblico nell’ambito delle azioni n°24, 25 e 26 dell’Accordo di Programma ? Quali sono i risultati ottenuti con l’impiego di questi denari? Quali le ricadute nella filiera?
8)La Corte dei Conti ha recentemente sollevato criticità in merito alla gestione dei finanziamenti pubblici in capo al Consorzio: questo rappresenta un segnale concreto della mancato funzionamento dell’Accordo di Programma rispetto ai denari spesi?
9) Oltre alle risorse derivanti dall’Accordo di Programma, il Consorzio beneficia o ha beneficiato di altri danari pubblici, quali i risultati visibili ottenuti ? E’ vero che il Consorzio opera su strutture pubbliche di 20000 metri quadrati concesse in comodato gratuito, con contratto in scadenza nel 2014 e solertemente rinnovato per altri 10 anni già nel 2011? Quali benefici sta portando o porterà alla collettività la concessione gratuita di tali strutture, visto che negli ultimi 10 anni non ha prodotto benefici proporzionali all'investimento concesso?
10) E infine, la domanda più importante: nell’ultimo anno il prezzo del latte è salito di 6 centesimi, probabilmente anche per effetto dell’iniziativa di alcuni allevatori, supportati da Coldiretti, che hanno venduto il proprio latte in continente. Quali benefici misurabili il Consorzio Latte ha portato al sistema ovicaprino sardo? E a quello allevatoriale?
E’ davvero finito il momento delle polemiche. E’ invece giunto il momento di misurare i risultati delle strategie ideate per il comparto ovicaprino, e supportate con danaro pubblico: è il momento di farlo in trasparenza, pensando davvero alla tenuta di un comparto vitale per l’economia dei nostri territori.
2 Agosto 2012
10 DOMANDE SUL CONSORZIO LATTE