15 Novembre 2012
STAGIONE CON INIZIO AMARO PER IL CARCIOFO SARDO

Attualmente in Sardegna i coltivatori lamentano la presenza di un prodotto commerciale che viene deprezzato dal mercato in quanto le conseguenze del clima stanno influendo sulle caratteristiche merceologiche del carciofo: pianta molto ramificata, capolini piccoli, irregolarità sullo sviluppo.
Tale situazione sta comportando forte malumore tra gli imprenditori agricoli che stanno subendo una contrazione della domanda di prodotto nei mercati di vendita del carciofo.
La domanda di prodotto nelle principali piazze ha subito nelle ultime settimane forti rallentamenti; si presume anche possa conformarsi una diminuzione di prezzi sino ad arrivare a remunerazioni lorde che potrebbero non remunerare i costi di produzione.
Tale situazione potrebbe diventare drammatica se si pensa che i costi di trasporto, di confezionamento, di mediazione e facchinaggio dei carciofi incidono per il 50%, per cui i ricavi dei produttori si riducono a pochi centesimi per capolino.
A tale situazione si aggiungono i maggiori costi di produzione. I costi sono infatti saliti di circa il 30% facendo assottigliare ulteriormente la remunerazione per l’imprenditore agricolo, in particolare i costi del petrolio e dei suoi derivati che negli ultimi anni hanno subito una pericolosa crescita.
In Sardegna il carciofo rappresenta la principale produzione orticola con  fatturati che arrivano sino a 120 milioni di euro e produzioni di 480 milioni di capolini. I produttori interessati sono oltre 3.000.
I produttori minacciano di estirpare le produzioni in corso in quanto i ricavi non coprirebbero i costi di produzione.
Tali dati preoccupanti arrivano da tutta la Sardegna: a partire dal Campidano di Cagliari sino ad arrivare a quello di Oristano, per arrivare a coinvolgere anche la zona di Ittiri e Valledoria.
Da tutte le zone si estende un coro unanime di preoccupazione per la sorte che quest’anno potrebbe avere la stagione carcioficola.
 
LE PROPOSTE
Continuità territoriale merci: si chiede un intervento della Regione Sardegna in abbattimento dei costi del packaging e dei trasporti, in modo da colmare il deficit sui costi e di tempo sul trasporto del fresco rispetto alla concorrenza nazionale.
Incontro immediato con Assessore all’agricoltura
Si chiede un incontro immediato con le strutture produttive oggi presenti in modo da deliniare un piano d’azione insieme all’Assessorato all’Agricoltura per cercare di affrontare la campagna in apertura con strategie finalizzate a trovare sblocchi sul mercato ed a supportare le imprese.
Sarebbe opportuno coinvolgere la GDO presente in Sardegna e che commercializza al dettaglio i prodotti nella penisola a sostenere il prodotto in questo periodo in modo concreto, acquistando e commercializzando i carciofi sardi.

SCHEDA
Il Carciofo in Sardegna
 
Il Carciofo rappresenta per diffusione la principale coltura orticola coltivata in Sardegna (12.900 ha); la terza a livello nazionale dopo Puglia (ha 17.000) e Sicilia (ha 14.000).
In Sardegna sono coltivate le seguenti varietà:
Carciofo Spinoso Sardo, che oggi si fregia della Denominazione di Origine Controllata (DOP),coltivato nel medio Campidano, nel Oristanese, nel Sassarese e nel Sulcis, il Terom, coltivato principalmente nel Medio Campidano, il Violetto, coltivato principalmente a Samassi, ed il Tema coltivato nel Medio Campidano e nell’Oristanese.
I principali mercati di riferimento sono quelli del fresco della Penisola (Nord Italia), oltre al mercato regionale.
Il 20/25 % della produzione è destinato alla trasformazione industriale.
 

Superficie coltivata a Carciofi in Sardegna
 
12.900  ha
 
Produzione regionale (tonnellate)
 
110.000 t di capolini
 
Produzione di capolini (n°)
 
480 milioni di capolini
 
Produzione Lorda Vendibile Potenziale
 
120 milioni di €
 
Produttori di Carciofo (n°)
 
3.200
 

Fonte: elaborazione Coldiretti Sardegna